Scarichi della discordia, litigi, rivalse ed una federazione che lascia potere decisionale ai team. No, non ci siamo. La Formula 1 a Silverstone ha vissuto uno dei momenti più alti in pista, ed uno dei più bassi nel paddock.
Avevamo parlato di quanto accaduto durante il week-end di Sivlerstone, paragonando la federazione a Tyler Durden di Fight Club. Io sono la legge, io detto le regole ogni volta che voglio.
In realtà, trattasi di paura, di pura e manifesta soggezione ai potenti di turno. O almeno questa è l'interpretazione che si può dare a quanto accaduto in Terra d'Albione.
Perchè sembra inconcepibile che una normativa - come quella degli scarichi soffiati - venga prima del campionato ritenuta legale, poi a seguito di un reclamo da parte di Williams e HRT si sia arrivati a dichiararli "non conformi" alle regole in quanto strumenti aerodinamici mobili.
Questo solo pochi mesi fa, a campionato (dominato dalle lattine) in corso, con grande margine.
e perchè la Red Bull è arrivata solo alla vigilia di Silverstone, a lamentarsi di tale decisione, mostrando i dati del motore Renault che, per la sua architettura, avrebbe avuto problemi con la riduzione degli scarichi in rilascio al 10%. Peccato i dati fossero quelli del 2009.
Giusto o sbagliato che sia, siamo ai limiti del teatrino. Anzi, qua si parla di teatro di alta classe, con regole che vengono cambiate in corso d'opera. In una parola: assurdo!
E quindi, via alla dietrologia (spicciola ma non troppo) che porta a pensare a strani accordi tra le squadre. Togli la regola, metti la regola, si ma dopo il gp di Silverstone. Guarda caso proprio quando la Ferrari va a vincere e la Red Bull si trova in difficoltà.
Che si volesse ridare verve ad un campionato (badate bene, non le gare, il campionato) altamente noioso? Come detto, trattasi di dietrologia. Come di dietrologia spicciola sarebbe parlare dell'inconveniente Red-Bull.
Fernando Alonso è stato un martello a Silverstone. Semplicemente perfetto come pilota. Capace di leggere la gara al meglio e capire quando subire ma anche quando attaccare. E perfetto lo è stato in questi mesi anche come uomo-squadra, incitando il team a non mollare mai.
E questo, al di là di titoli sensazionalistici che già vedono la "rincorsa al titolo fattibile". Suvvia, non scherziamo. Il titolo è nelle mani di Sebastian Vettel, e solo il tedesco può perderlo. Se il giovane campione del mondo incapperà in più di qualche clamoroso autogol, allora si potrà parlare di campionato riaperto. Cosi no.
E, a proposito di Vettel. Domenica si è visto come il giovane principe quando è costretto a rincorrere, deve ancora mostrare la sua pasta fino in fondo. La sconfitta di Vettel è maturata per più concause: la velocità della Ferrari, l'errore ai box ma anche il troppo tempo impiegato a cercare di superare un superlativo Hamilton. Tentativo naufragato che ha costretto il team ad anticipare la sua sosta.
Silverstone doveva insomma essere il crocevia della stagione, la gara chiarificatrice. E' stata la gara dei mille dubbi, della confusione, in cui le forze in campo NON si sono capite.
Quanto ha recuperato la Ferrari dalla Red Bull? E' solo merito del pacchetto aerodinamico presentato (con sospensione posteriore, pance e ala), della riduzione degli scarichi in rilascio, o c'è dell'altro? Meglio non pensare male, in una dietrologia letta tra le righe in vari siti e giornali.
Gli unici dati certi di questo week-end sono la competitività della Ferrari, la grandezza di Alonso, la verve di un Lewis Hamilton che non deve esser condannato per ogni manovra dura che mostra, e sopratutto, l'assoluta inconsitenza di una Federazione e di un Charlie Withing che monta e disfa un regolamento di per sè deficitario.
Al posto di pensare al "rumore dei 6 cilindri che verranno montati nel 2013" pensassero seriamente a far redigere un regolamento certo, duraturo e senza coni d'ombra.
Ma forse, a qualcuno in alto, questa confusione, in fondo, va bene così.
Gasamanetta
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