mercoledì 13 luglio 2011

F1 - La banda degli onesti e l'onestà di Webber


La banda degli onesti. I moralizzatori. I grandi protagonisti del j'accuse alla Ferrari. Si, stiamo parlando della Red Bull, di coloro che "noi vinciamo senza ordini di squadra. I nostri piloti sono liberi da ogni ordine di scuderia".





Rewind: Gran Premio di Germania 2010. Fernando Alonso è in piena lotta per il titolo, insieme al duo McLaren e alla coppia Red Bull. Felipe Massa invece è troppo attardato per poter avere velleità mondiali. Il brasiliano si ritrova in testa dopo lo start, seguito da Alonso che prova ad attaccarlo. E qui avvenne il fattaccio, l'ordine di scuderia partito da Rob Smedley (ingegnere di Massa) di lasciar passare Fernando. Un ordine nemmeno troppo velato con quel classico "ok so...Fernando is faster than you. confirm you anderstood the message?"
Il gp di Germania si conclude con la vittoria di Alonso e le roventi polemiche da parte della banda degli onesti. O degli ipocriti?

Già, perchè se in pochi si accorsero dell'ordine di scuderia impartito in McLaren nella gara in Turchia del 2010 (disputata prima del gp di Germania), nell'ultimo gp di Silverstone l'ordine di scuderia in casa Red Bull è stato palese ed evidente.



"Mark, mantain the gap". Ma come?! Gli onesti che mai avrebbero dato un ordine di scuderia, coloro che per voce di Helmut Marko avevano massacrato a parole la Ferrari tanto da prenderla in giro nel loro biglietto natalizio, ora si avvalgono dei tanto contestati ordini.

Eppure non ci si dovrebbe scandalizzare, a maggior ragione nella F1 di oggi, dove gli interessi hanno cifre da troppi zeri. Non deve stupire l'ordine di Christian Horner verso Mark Webber. E' perfettamente legittimo, come stabilito dalla FIA, in un quadro di ipocrisia in cui "i team order sono legali, purchè non palesi".

Stupisce invece - in questa F1 del nonsense - come Mark Webber si sia quasi ribellato, in pista e fuori, al suo team manager. Una visione quasi romantica in pista (e fin qui ci può stare, visto che, dopo 5 avvertimenti, l'australiano si è accodato) e fuori, con le sue dichiarazioni chiare e nette sul fatto che non avrebbe voluto rispettare quest'ordine. Una dichiarazione che rischia il suo futuro nel team delle lattine per il 2012.

Avrà fatto bene o male? Evidentemente la sua voglia di mostrare che "Webber" è tutt'altro che finito ha prevalso su un milionario contratto da secondo pilota. E, in fondo, è questo il bello dei piloti come Mark: chiari, schietti, coerenti. Proprio come quella famosa cartolina di casa Red Bull

Gasamanetta

Nessun commento:

Posta un commento