mercoledì 17 agosto 2011
Indy 500 2011 - Hildebrand crash: è la legge di Indy
nota di redazione: da oggi parte un nuovo esperimento: il servizio web-tv con servizi sulla Indycar. Esprimete un parere tra i commenti.
E' la Indy 500 2011. E' il più grande spettacolo delle corse, o meglio, "The greatest spectacle in Racing" come dicono oltreoceano. Ed è stata l'edizione del centenario. Indianapolis, come da tradizione, è la corsa più imprevedibile del palcoscenico americano. Non si può gridare vittoria fin sotto la bandiera a scacchi. Perchè nulla è scontato alla 500 miglia. E' una vecchia regola che da oggi, il giovane rookie JR Hildebrand, conoscerà alla perfezione. .
Partiamo dalla fine: Well Done urlano in cuffia a Dan Wheldon. E' lui il vincitore della 500 miglia di Indianapolis, in uno di quei finali da cardiopalma.
Ma per raccontarlo dobbiamo tornare indietro a 50 giri dal termine. Green flag dopo una caution e Dario Franchitti sembra avere la corsa in pugno. Il driver di Chip Ganassi sembra involato alla conquista della sua terza Indy500. In casa Penske sono oramai out, ed anche Alex Tagliani, PoleMan, è da poco andato a sbattere.
Mancano una ventina di tornate, e tornano anche i Pit-Stop. Entrano quasi tutti, tranne Danica Patrick. L'America è in piedi. Davvero la ragazza del team Andretti può andare a vincere? Danica continua a marciare imperterrita, ma a sole 8 tornate dalla bandiera a scacchi è costretta a rientrare per uno splash.
Torna Franchitti in vetta? Non proprio perchè la tattica di Ganassi è rischiosa, e l'italo-scozzese è costretto a rallentare vistosamente per non rimanere senza carburante. Cosi, è Baguette a prendere le redini della corsa. Ma anche lui, a soli 4 giri è costretto ad un re-fuel.
E allora in vetta sale un rookie, Jr Hildebrand. La sua è una storia da favola: al primo anno ad Indianapolis, il giovane americano potrebbe centrare il successo più prestigioso. Oltretutto nell'edizione del centenario. E come sponsor, la Guardia Nazionale. Tutti sono in piedi ad esultare, pronti ad omaggiare il nuovo eroe americano che sta per portare le stelle e le strisce, la "Stars and Stripes" nella victory lane del BrickYard.
Ultimo giro che scorre tranquillo: curva, uno, due, il rettilineo percorso in estrema scioltezza, poi la curva tre e l'imprevisto. Si chiama Charlie Kimball questo Jolly impazzito che altro non fa che...fare il suo mestiere.
Hildebrand decide di passarlo esterno all'ultima curva, ma è solo mezzo metro fuori dalla linea ideale. Troppi, perchè Indy non perdona. I murbles, i trucioli di gomma, portano per la tangente la Dallara numero 4 che va a muro. Si, proprio all'ultima curva dell'ultimo giro. E' la dura legge del catino dell'Indiana che prima illude, poi toglie e fa precipitare all'inferno il giovane californiano.
Dietro di lui c'è Wheldon, che capisce tutto, prende immediatamente la scia di Kimball - si, proprio lui, il Jolly - e si invola sotto la bandiera a scacchi. E' il trionfo più inatteso, che Indy offre ad un pilota di talento rimasto quest'anno a piedi, e che è riuscito a partecipare mettendo su in poco tempo un team ed una vettura grazie all'amico Bryan Herta.
Wheldon, appiedato dal team Phanter lo scorso anno, che gli ha preferito proprio il giovane Hildebrand, va a conquistare la sua seconda 500 miglia di Indianapolis.
Due storie che si intrecciano, quelle di Hildebrand e Wheldon. Il primo che succede al secondo, quasi destinato a vincere, che pecca di inesperienza. Non arroganza, nè tracotanza. Semplicemente inesperienza. Il secondo, che dall'inferno in cui si è ritrovato in questo 2011 - senza un sedile per partecipare al campionato - a dispetto delle risate di molti al suo annuncio di partecipare, arriva direttamente in paradiso. Alle lacrime del giovane Hildebrand ecco il bagno di latte di Wheldon. Questa - signori - è Indianapolis.
Gasamanetta
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