lunedì 1 agosto 2011

F1 - Hungaroring: il fuoco torna protagonista


La Formula 1 domenica all'Hungaroring si è ricordata di un suo vecchio nemico: il fuoco. Sembrava un pericolo estirpato, eppure, di punto in bianco, senza preavviso, è tornato minaccioso.



Ammettiamolo. Credevamo che le tecnologie moderne avrebbero cancellato del tutto quella soglia del rischio dettato da un elemento come il fuoco.
Eppure, sentire Nick Heidfield ammettere di aver avuto paura per aver avvertito calore, ha fatto un certo effetto.

Com'è possibile che nel 2011 ancora ci si debba preoccupare del fuoco? E' vero che la Lotus Renault è una vettura decisamente estrema da questo punto di vista, avendo i gas di scarico che soffiano all'esterno della vettura a metà della pancia.

Il fuoco non è una novità nella formula 1 moderna in vero: lo scorso anno a Singapore Heikki Kovalainen aveva parcheggiato la sua Lotus sul rettilineo d'arrivo, Felipe Massa quest'inverno - per un trafilaggio d'olio - aveva avuto un principio d'incendio.

Eppure, queste come altre (come dimenticarsi di Kimi Raikkonen in pit lane nel 2009 a Interlagos) sono sembrate sempre situazioni sotto controllo, facilmente risolvibili in pochi secondi. Ieri no. Ieri è tornato qualche istante di paura, con un Heidfield che scappa letteralmente dalla propria vettura che, oltretutto, ha anche due esplosioni tanto da rendere divelta la pancia sinistra.



Una situazione che ha ricordato quella di Simona de Silvestro in Indycar lo scorso anno in texas. Là, la giovane pilota riusci a sfuggire all'incendio con tanta fortuna e istinto, a causa delle cinture di sicurezza bloccate. Ieri, Hedfield probabilmente è stato più accorto.

E così, dopo il famoso incendio di Verstappen del 1994, la F1 si ricorda di un elemento - il fuoco - che può essere tenuto a bada, ma talvolta imprevedibile


Gasamanetta

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