martedì 6 settembre 2011

Loris Capirossi e quel giorno a Brno di 11 anni fa...


Loris Capirossi si ritira dal mondo delle corse. E lo fa con le lacrime agli occhi, di chi non ha paura di mostrare le proprie emozioni, in una sala stampa, quella di Misano Adriatico, gremita di giornaisti e addetti ai lavori che realizzano, capiscono, che il mondo dei motori sta perdendo uno dei suoi eroi più grandi.



Si, perchè Loris Capirossi è stato un eroe delle due ruote. Il coraggio è stato il suo credo, la volontà e la professionalità il suo biglietto da visita. E poco importa se ora non riesce a realizzare più imprese che lo hanno reso immortale agli occhi di appassionati e non. Poco importa se gli ultimi anni in Suzuki e quest'ultimo in Ducati siano stati avari di emozioni e gioie.

Loris Capirossi è stato quel tipo di pilota, che corre anche a centro gruppo senza risparmiarsi. E forse, qualche appassionato che si è affacciato sul palcoscenico della Motogp negli ultimi anni lo ricorderà cosi.

Io preferisco ricordarlo per una sola, unica gara. No, non sto parlando della prima vittoria di Ducati in Motogp nel 2003, nè della cavalcata trionfale del Mugello nel 2001, in un epico duello contro Rossi e Biaggi.

Loris Capirossi lo porterò nel mio cuore per una gara in particolare. Una corsa dove non ha vinto. Anzi, non arrivò nemmeno sul podio se per questo. Ma un'immagine, fissa e indelebile dell'uomo più che del pilota, mi è rimasta scolpita nel cuore di amante delle gare. Un'immagine che mostra più di tutte l'anima del motorsport. Quell'anima che reca con se storie, aneddoti, avventure. Fatte di coraggio, di quella lucida follia che attraversa tutti i piloti.

Brno, A.D. 2000. Durante le prove, il centauro italiano cade fratturandosi la mano. La sua Honda 500 l'aveva tradito, facendogli male, molto male. Le vecchie 500 erano l'emblema delle moto da corsa: difficili, scorbutiche, il cui equilibrio era sottile come una lama di rasoio. Nel warm-up della domenica fa solo qualche giro. Troppo forte il dolore, e la sensazione è che per la gara non ci sia nulla da fare.

Ed invece, eccolo schierato in griglia di partenza. Una corsa dura, difficile. Un pronostico facilmente auspicabile quello del ritiro dopo poche tornate. Ma Loris mostra tutta la sua anima ed il suo coraggio. Conquista addirittura la vetta durante il primo giro, poi, inesorabilmente arranca. Ma il miracolo avviene, e conclude la corsa al quinto posto.

E l'immagine, fissa e indelebile, è quella d un pilota che rientra subito ai box dopo la bandiera a scacchi, e inesorabilmente sviene dal dolore. Lui, spinto da quel furore dionisiaco e apollineo, torna nel mondo degli esseri umani "normali", dopo essere stato speciale per 40 minuti abbondanti.

Questo è Loris Capirossi. E se qualcuno "benpensante" o poco informato lo vorrà ricordare per questi ultimi anni avari di emozioni, o semplicemente per gli anni dei trionfi in Ducati, beh, signori miei, non sapete che cosa vi siete persi.

Flavio Atzori - Gasamanetta

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